In attesa che l’inverno passi.

  

-Ma dai Naza, ma serio non ci sei andata per niente, al mare?

-Noooo, che stai a dì?

-Ci sono andata tutti i giorni. In realtà la sera mi sciacquo con la candeggggina perché sai com’è, con i capelli neri e gli occhi verdi ci sta meglio la pelle chiara.

-Ma quindi non sei andata da nessuna parte?

-Noooo, ma cheeeeeeeee. Che diciiiiii? A f……o ci sono andata mediamente cinquecento volte.

-E come si sta?

-Ti dirò. Bene. L’estate è fresca, da quelle parti.

-Ma tu non soffri il caldo.

-Io no, ma tu si.

Domenica. 23 agosto. 2015.

Fine di una estate.

Canzoni che scivolano sulla pelle.

Il mare che inizia a perdere il suo colore.

Le maglie a maniche lunghe che penzolano tristemente dalle borse delle donne.

E la luce. 

Che è cambiata.

Così. Senza avvisare. 

E dire che sono una attenta a queste cose. Sono stata lì sulla mia terrazza tutte le sere, salvo poche eccezioni, a guardarla morire, eppure non me ne sono accorta.

Mi sono girata una sera, ed era già buio.

Ed il cuore non era ancora pronto.

Mi saluta sempre con nostalgia l’estate a me.

Che noi c’abbiamo un rapporto speciale.

Io ci sono nata, d’estate. E quel sole mi si è infilato dentro, da qualche parte e per ragioni ch’io non conosco, non ce la fa a sopravvivere sempre ai freddi giorni dell’inverno. 

Quelli in cui la pioggia scende. 

O il vento urla forte e fa sbattere le finestre.

Ed io ho sempre (e ancora) un po’paura delle finestre che sbattono, che sembra sempre di restar sospesi tra un quì ed un la che non sospettavi nemmeno ci fosse.

L’inverno ha quei colori. 

Si quelli cupi, netti, precisi, che tagliano in due le cose.

Lame d’acciaio che si insinuano nella testa. Spigolose e dure.

Difficili da deglutire, che la gola ne riesce tramortita e fiotti di parole non sanno dove andare.

Non mi piace, l’inverno.

Non mi piacciono le giornate che iniziano annunciando già la fine.

Non mi piace il brivido che si allarga sulla pelle, le lacrime che il vento ti estirpa dagli occhi, la gola che si arrossa, le mani screpolate.

Le corse in macchina per non aver freddo, la sedia vicino al termosifone, le copertine in giro per casa.

Mi piace un pochino solo il rosso del Natale, ed il profumo della cannella, quando la metti sulle mele.

Ma quello dura poco. Ed è come un ricordo doloroso. Va via prima che tu lo possa afferrare e ti lascia addosso quella spiacevole sensazione di angoscia che non riesci a scrollarti di dosso.

La neve. 

Dell’inverno mi manca solo la neve. Che da quando vivo al mare non vedo più cadere e non ce la fa a coprire il grigiore che si riversa come un fiume tumultuoso lungo le strade, tra i palazzi, negli occhi delle donne, nelle guance fredde dei bambini.

E allora mi dico che devo solo aspettare. Sedermi ancora ed aspettare. Sfogliare un libro, due, tre, forse cento.

Vomitare parole su questa tastiera, spingere avanti le giornate ed aspettare di nuovo una luce nuova.

Oppure ci vorrebbe un abbraccio.

Uno caldo. Uno vero.

Uno di quelli che ti aprono lo sportello di un auto mentre piove e tu ridi e fa freddo ed il naso è rosso e non fa niente se magari non sei vestita come vorresti perché c’è altro nella vita e perché la tua risata fa il paio con un’altra che sembra un variazione in la della sonata che stai cantando.

Uno di quelli da piedi scalzi nella notte, quando corri a rintanarti sotto le coperte ben certa di poterti riparare. Lì dentro. In quello strano congegno perfetto di muscoli che si tendono e stringono per cercare l’altro.

Un incastro perfetto.

C’ho fatto la tesi sull’abbraccio, io. Stupida inguaribile romantica. E per indagare la lateralizzazione di questo delicato incontro ne ho dovuti osservare, di abbracci.

In stazioni e porti ed aeroporti. Dovevano essere spontanei. Raccontare qualcosa, che in laboratorio le emozioni sono sottoposte al taglio freddo del bisturi e del vetrino di un microscopio oppure sono infilate in un tubo che ti scansiona l’anima, invece del cervello, e proprio non ce la fanno a restare tutte insieme e a non tremare di paura.

Ed era bello. Sedersi lì. Guardare quel momento che accadeva. Quello della separazione, triste, lento, o quello impetuoso dell’incontro.

Ed ho sempre pensato che in qualsiasi sua manifestazione, l’unico vestito adatto al freddo dell’inverno, può essere solo un vero abbraccio.

Quindi oggi, per qualche motivo che non conosco, penso proprio che rientrerò in casa, aprirò l’armadio e tirerò fuori tutte le scatole.

Nella vana speranza di trovarne una, da qualche parte, magari nascosta bene, dove ne ho conservato uno, in attesa di scoprirlo.
In attesa che l’inverno passi.

Che questa estate mi manca già, anche se non ne porto i segni sulla pelle, anche se non profumo di sole e di mare, anche se non racconto di posti estranei e non posso prender parte ai discorsi di quanti l’hanno vissuta, in modo convenzionale, evAdendo da se stessi.
No, per me l’estate è altro.

E sperando in un inverno che si vesta di un abbraccio: “a presto, io t’aspetto”.

154 pensieri su “In attesa che l’inverno passi.

  1. Credo di essermi commossa sulle ultime parole, non so, perché sono pur’io bianca come una mozzarella e vorrei tanto un abbraccio come quello che dici tu. L’unica cosa diversa è che l’inverno mi piace, perché è confortevole, è “caldo” di un calore che cerchi e che dosi tu quel tanto che ti basta per sentirti bene …

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  2. Se ti avessi letto prima; io di là ti avrei parlato diversamente ma credimi ero un po’ emozionata come ora come adesso. Perché tu riesci a toccare l’ anima quando scrivi perché tu davvero baci e abbracci quando scrivi. E allora sai che ti dico? Guarda là, guarda dentro te sei piena di primavera e tra poco arriverà un abbraccio da lasciarti senza fiato è solo una questione di tempo breve brevissimo…è il mio augurio sincero più profondo più sentito che voglio per te.
    Ti Abbraccio.
    Eli.

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  3. Carissima, che bello rileggerti, anche se con un post malinconico e struggente (bellissimo ❤️).
    Io sono nata d’inverno e lo amo abbastanza, ma amo soprattutto l’autunno, forse è la mia stagione preferita. L’estate mi agita e non mi rende felice, anche se- strano!- come te, mi immalinconisce un po’ la sua fine, notare che le giornate si stanno accorciando, e che la sera c’è bisogno di un golfino…
    Io, cara Nazaria, ti auguro un inverno ricco di abbracci, ma non di quelli che posso darti io da qui: abbracci pieni di amore, di quello con la A maiuscola, quello che non ti farà sentire nessun freddo mai, e vedrai che sotto la copertina in due sarà tutta un’altra cosa. E in un baleno arriverà di nuovo l’estate. ❤️ un bacio cara, a presto!

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  4. Una riflessione davvero bella… Anche io sono come te, l’estate mi saluta sempre con nostalgia, e ogni volta il pensiero che davanti a me si staglia l’inverno mi fa rabbrividire… ma dell’estate porto tanti ricordi che poi a dicembre fungono da riscaldamento 😉

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      • La malinconia dell’estate fuggente la ritrovi in un film di un personaggio irripetibile nella storia del cinema: Jacques Tati.
        Il film: Le vacanze del signor Hulot.
        In Internet c’è, è un bianco e nero, e scaricabile gratuitamente, un amico me l’ha scaricato e lo conservo. D’acchito può lasciare indifferenti, ma entrando in clima è irresistibile.
        Anzi, non so, potrei provare a inviarti il file…

        Stasera mi guarderò allo specchio attentamente per controllare la mia predisposizione all’abbraccio e trarre le debite conclusioni…. quel sincrono e perfetto… ecco, mi hai messo una pulce nell’orecchio perchè è facile arrivare invece un secondo prima o dopo…)

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      • Pensavo tu avessi nel blog, da qualche parte, una mail – per inviarti il file in allegato – è operazione mai praticata (l’invio di file-film) ma avrei tentato volentieri. Problema: non trovo una tua mail in tutto il tuo blog. Trovi la mia nel mio blog che ti è noto.

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    • Oh! Miss Tresso!
      Sempre un piacere leggerti!
      Se parli degli abbracci mulino bianco giurosudiogiuro che se trovi qualcuno a cui non piacciono lo dico a Banderas che lo dice alla gallina che….
      Si scherza.
      Vero. A chi non piacciono gli abbracci? Non lo so.
      Sono creati per stimolare il sistema simpatico e sedare l’ansia. Ogni abbraccio genera un rilascio di sostanze positive per l’organismo, quindi no, non credo ci sia la possibilità di non avere proseliti degli abbracci.
      Grazie del passaggio! Un caro abbraccio a te!

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  5. Hai espresso in maniera straordinaria le sensazioni che sto provando anch’io in questi giorni … il buio che arriva presto la sera mi angoscia, mi dà un’ansia indescrivibile, quest’anno ancora più di quelli passati … forse perché sono già triste … hai ragione, un abbraccio aiuta sempre molto … e se non c’è nessuno che ce lo regala, dovrà per forza partire da noi … che dici, cominciamo da domani? Baci! ❤

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  6. Piacereeee! Faccio la scostumata: ti abbraccio anche io! Anche io provo un amore smisurato x l’estate… E quando saluto il mare mi scende le lacrimuccia, da quando son piccola… Non so perchè, tanto lui mica se ne va, mi aspetterâ! Quando arriverà quell’abbraccio che intendi tu, quanto sará bello il tuo mare d’inverno!

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  7. L’estate è la mia stagione nonostante sia nata a febbraio, quando ti alzi la mattina con il buio ed esci dall’ufficio che è di nuovo buio, perché sono mora con gli occhi scuri e d’estate divento nerissima, perché adoro il sole che mi accarezza la pelle e amo nuotare, farei il bagno pure d’inverno se non vivessi in una città gelida in cui raramente nevica solo perché c’è la bora che spazza via tutto e che ti congela anche i sentimenti!
    Però quando la luce vira verso il grigio inizio a pensare che mi aspettano le passeggiate d’autunno con le cagnoline, che mi posso godere le foglie rosse del sommaco, che la sera una doccia bollente l’apprezzi di più e che magari mi preparo la cioccolata calda con i marshmallows! E dire che io odiavo l’autunno ritenendo che fosse una stagione senza spina dorsale, una via di mezzo senza arte né parte… poi un giorno di pochi anni fa ne ho scoperto il fascino osservando il paesaggio con occhi diversi e approfittando degli ultimi raggi di sole tiepidi, non aggressivi come quelli estivi, quasi dolci… e ho cambiato idea!
    L’inverno dalle mie parti è tremendo, con la bora che ti toglie anche la pelle, che ti penetra ovunque e ti toglie il fiato, eppure ha il suo fascino… solo quando rincasi dal gelo invernale provi piacere nel bere un vin brulè anche se sei astemio (tanto in cottura l’alcool evapora 🙂 ), accompagnato da una fetta di torta alla cannella e cardamomo: sono piccoli piaceri, come quello di accoccolarti sul divano dopo una giornata pesante, con il plaid, un libro ed una tazza di thè, mentre il cagnetto ti riscalda il grembo 🙂
    Ecco le mie coccole quotidiane che mi permettono di sopravvivere sino all’estate seguente, perché ogni giorno è stupendo se lo osservi bene e ne trai il meglio!
    Un bacio 🙂

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    • Ma, ma, ma…questo è un meraviglioso post nel post. Dovrebbe essere messo a parte, avere il giusto spazio.
      Grazie per aver trovato tempo per “spendere” tutte queste parole per me. Lo trovo incantevole. E si, forse raccontato così, l’inverno fa un pò meno male.
      Magari giusto un po’, ma quel tanto per affrontarlo con uno spirito diverso.
      Ad una cosa, però, non avevo pensato: le passeggiate con la mia piccina. Forse impazzirà ad inseguire il vorticare delle foglie.
      Sarà una nuova emozione da scoprire.
      Grazie.
      Ti abbraccio forte.

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  8. Tu ami gli abbracci e secondo me c’è un lunghissimo abbraccio anche tra estate e inverno, i due opposti, con l’unica differenza che in diversi periodi vediamo facce diverse, in certi mesi riusciamo a vedere solo il corpo dell’inverno che nasconde l’estate ma pian piano ruotiamo il nostro punto di vista e arriva anche la calda estate a coprirne il gelo.
    Forse in questo modo potrà sembrarti meno doloroso ma sempre secondo me anche l’inverno ha il suo fascino: raggomitolarsi sotto le coperte e bere litri e litri di tè e cioccolata calda sono vizi che d’estate non ci si può concedere❄️

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  9. grandiosa la sciacquatura con la candeggina. Capelli neri, d’accordo ma gli occhi verdi sono un must.
    Insomma sei freddolosa ma ti piace l’inverno con la neve. Faremo una petizione al buon Dio per mandartela, Anzi se dirotta anche quello che ogni tanto cade a casa mia ne sarei felice. Spallare la neve è dura.
    Sereno pomeriggio

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  10. Oh oh Nazaria, che magia traspare da questo tuo post. Me lo sono riletta due volte, sì sì, uno dallo smartphone di corsa l’altro giorno, mentre ero in viaggio, perché quando vedo che hai scritto qualcosa mi devo prendere il tempo di leggerti. Poi ritorno. Sono tornata, perché avevo bisogno di risentire e ascoltare le tue parole. Di salutare un po’ con te ques’estate che mi lascia uno strascico di malinconia e solitudine. Anche io ci sono nata d’estate e me la porto dentro e combatto sempre per conservarne frammenti e lucine tutto l’anno….
    E poi ti auguro che questo tuo cuore così romantico e delicato possa ricoprirsi di un abbraccio universale, da 4 stagioni! e poi ti abbraccio 🙂

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    • Oh. Mrs Bean.
      Così me le togli, le parole, io che ho sempre l’urgenza di dire, spiegare, provare ad estrinsecare.
      Lo conosco, quello strascico di malinconia e solitudine. Come un telo lasciato in una borsa, una di quelle di paglia, che tiri fuori pieno in inverno, chiedendi come hai fatto a dimenticarlo e ti colpisce una zaffata di odore di mare. E di sale. E di sole.
      (Lo vorrei quell’abbraccio, sai? Davvero. Lo vorrei).
      Abbraccio te.
      Grazie

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