12 dicembre 1998

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Io e i miei 17 anni.
Parole, emozioni e sensazioni di molti, forse troppi anni fa.
Molte le cose cambiate, da quei giorni ad oggi.
Io resto, tuttavia, uguale.
Sogni, desideri, passioni. Me stessa che si riversava e si riversa nelle parole.
Questo è un tributo a me stessa, un regalo a quello che sono riuscita a NON DIVENTARE e che tuttavia inseguo ancora. Uno sguardo nostalgico ad una ragazzina e alle parole che hanno sempre accompagnato le mie giornate. Perché, LORO, ci sono sempre state.


Sta piovendo e questa mattina è ancora buio.
La luce non taglia le nuvole, che sono dense, e basse come coperte d’inverno. Il vento filtra lento tra finestre che il cielo disegna, crea e distrugge, nella coltre bassa dei nembi che lo accompagnano.
La strada si impregna dei vapori della notte, mentre da lontano i rumori provano a giungere, sfocati. È come un rumoreggiare sottile di acqua che gorgoglia acciottolandosi tra spruzzi di vento e risacca.
I volti intorno a me, in questo buco di mondo in cui sono, dormono ancora di sogni lontani. Nell’aria è forte il profumo del caffè.
Il pigiama ripiegato sul letto, la canzone che gira in mente, le scarpe pronte per andare, uscire nella città che sembra deserta.
Ombrelli che passano, tacchi sulla strada.
Il sabato mattina che si sveglia, cupo, per morire tra qualche ora tra le braccia di un buio forse rischiarato da qualche timida stella.
Nazaria, 12 dicembre 1998.

47 pensieri su “12 dicembre 1998

  1. Ciao, siamo quasi coetanee, se i miei calcoli no sono sbagliati hai 2 anni meno di me. Io nell’ a. c. 1997/1998 sono andata a vivere a Perugia, mi sono iscritta all’università ed ho iniziato la mia vita di “pellegrinaggio” che ancora continuo, da allora ho condiviso case, ho conosciuto gente, ho abitato in altre città …. però di una cosa sono sicura, sono diventata assolutamente la persona che volevo essere! Senza alcun dubbio! Ciao e grazie per avermi dato questo spunto.

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  2. Posso dirti che è bellissima?
    È enorme, piccola, delicata e potente al tempo stesso.
    E quella musica che immagino, non so perché, è su di un vinile sporco di polvere in cui scivola la musica di Terence trent d’arby – sign your name.
    Mi siedo e respiro. Chiudo gli occhi.
    Gicantesca. Sei stata gigantesca.

    Those Things (Migs Salted Dub Deluxe) di Miguel Migs Feat. Lisa Shaw

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  3. Gli passano inesorabile e noi modifichiamo l’aspetto esteriore ma quello che siamo, resta intatto, semmai condito da esperienze che a 17 anni nin si hanno e non si possono avere. Fare bilanci è sempre pericoloso, perché si rischia di rimpiangere quello che NON è stato ma osservare con occhio distaccato e maturo il percorso di vita aiuta a superare errori e a compiere scelte più consapevoli.

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  4. Splendido. In mancanza di nuovi post (eh dottoressa Freud quanto sono sottile muauau) rileggo e questo post mi solletica…conservo tutti e 5 i diari quotidiani del lontano liceo…mamma se scrivevo non mi bastava una smemoranda x 12 mesi!

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  5. Pingback: 12 dicembre 1998 – il mio tempo sospeso – ombelicale

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